Dream job: esiste ancora il lavoro dei sogni?

Il lavoro dei sogni esiste oppure è un’illusione? 

Parigi, 1985; in una classe di una scuola elementare un insegnante chiede ai suoi studenti di identificare il loro lavoro dei loro sogni, il lavoro che avrebbero voluto fare una volta una volta adulti

Gli studenti, all’inizio sorpresi dalla richiesta, iniziano a pensarci e piano piano le risposte iniziano ad arrivare…”Io voglio diventare medico!” “, “Il lavoro dei miei sogni è diventare un astronauta perché voglio esplorare l’universo”, “Mio padre è un veterinario e desidero davvero seguire le sue orme”, “Mia madre vorrebbe che diventassi ballerina, ma io preferisco fare la cantante”…

L’insegnante allora inizia a prendere appunti su fogli separati, uno per ogni studente, e ripone tutti i foglietti, debitamente piegati, in un’urna con una promessa: “cari studenti, in quest’urna c’è il vostro futuro, il futuro che volete realizzare, le persone che volete diventare; io seppellirò quest’urna nel giardino di fronte alla scuola e, tra 20 anni da oggi, voglio che tutti voi vi incontriate per dissotterrare l’urna e valutare quanto sarete vicini al lavoro dei vostri sogni; sarà un’occasione preziosa per ricollegarvi al vostro passato e ai vostri sogni d’infanzia“.

Gli studenti, seppur un po’ frastornati da quello che sembrava un compito bizzarro, accettano la sfida…

E tu, caro lettore, avresti accettato la sfida? Se avessi seppellito in un’urna il tuo sogno d’infanzia e avessi la possibilità di riscoprirlo, come ti sentiresti? Eccitato, preoccupato, scettico…? Quanto sarebbe importante avere la possibilità di valutare, dopo molto tempo, se stai costruendo il futuro che volevi quando eri piccolo?

Al giorno d’oggi molti giovani, anche dopo la laurea, faticano a trovare un lavoro che li soddisfi; secondo una recente ricerca di Eurostat, ad esempio, il Belgio ha un tasso di disoccupazione del 7.4% e, a seconda del settore, dal 18% al 38% della popolazione belga occupata non è felice del proprio lavoro.

Questi sono dati davvero eloquenti. 

Come fare allora per riprendere in mano i sogni che avevamo da bambini?

La maggior parte delle persone traccia una netta linea di demarcazione tra lavoro e passioni perché è convinta che solo una volta terminato il lavoro sia possibile dedicarsi a ciò che si ama veramente.

Per poter capire cosa ci interessa davvero, coach e counselor internazionali sostengono, invece, che sia necessario rispondere in maniera onesta e con una mente aperta alle seguenti semplici domande:

  • quando è stata l’ultima volta che ti è piaciuto quello che stavi facendo al lavoro?
  • cosa stavi facendo e perché ti ha reso felice?
  • dove vanno i tuoi pensieri quando dovresti lavorare?
  • cosa preferiresti fare tutto il giorno? 

Può essere molto frustrante rendersi conto che, molto spesso, facciamo lavori che non ci piacciono e ci sentiamo bloccati in un mercato del lavoro che ci spinge a continuare a lavorare anche senza piacere; lavoriamo perché dobbiamo e infine ci sentiamo scollegati dai nostri profondi desideri e bisogni.

La conseguenza principale è che cominciamo a domandarci se il lavoro dei sogni esista davvero.

Quando le cose iniziano ad andare male al lavoro, dunque, dovremmo iniziare a desiderare un cambiamento, un vero cambiamento; un viaggio dentro noi stessi volto a riscoprire, prima di tutto, chi siamo e cosa amiamo fare.

Se quindi abbiamo la sensazione che il mercato del lavoro sia ostile e che voglia trasformarci in un “robot insensibile”, è arrivato il momento di fare un passo indietro, un respiro profondo e impegnarci a far emergere dalla nostra interiorità le risposte che potranno guidarci nel recupero di quei sogni d’infanzia che rappresentano il vero motore delle nostre vite.

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